Filigrana
Un processo del 16° secolo usato a Murano per fare oggetti con un’anima rivestita di vetro bianco opaco o colorato. Si otteneva ponendo sottili bacchette di vetro chiaro accanto a bacchette del colore desiderato, che tradizionalmente sarebbe stato vetro bianco opaco. Vengono fuse insieme nella fornace e poi modellate in un cilindro.
Dopo di che possono essere soffiate e modellate. Questo processo ha tre modelli aggiuntivi a seconda di come i filamenti sono attorcigliati e allineati.
Con la mezza-filigrana, si usano bacchette con un solo filamento. Con il vetro a reticello, un motivo a forma di diamante viene creato torcendo due metà di un oggetto in direzioni opposte mentre si riscaldano e distorcono le linee rette delle bacchette di filigrana, creando un motivo a maglia di diamante.
Infine il vetro a retortolio consiste in due filamenti attorcigliati a spirale. Tutte le più importanti fabbriche di vetro di Murano utilizzavano questa tecnica.
Pulegoso
Una tecnica usata per creare un vetro quasi opaco attraverso l’inclusione di innumerevoli bolle o puleghe nel vetro. Questo processo fu inventato da Napoleone Martinuzzi alla fine degli anni ’20, mentre era direttore artistico di Venini & C. Le bolle sono create aggiungendo sali, generalmente carbonato di sodio o bicarbonato direttamente nel vetro fuso. Il sale si rompe a causa del calore, che rilascia gas sotto forma di anidride carbonica, che si disperde all’interno del vetro formando bolle, oltre a dare al vetro una struttura superficiale irregolare.
Sommerso
Significa sommerso. Una tecnica che utilizza fili colorati o piccoli disegni artistici che sono poi immersi in vari crogioli di vetro fuso trasparente incolore per formare un effetto multistrato o multicolore. Ancora una volta Carlo Scarpa per Venini & C. fu all’avanguardia in questo processo dalla metà degli anni ’30. Ha fatto uso di uno strato di vetro colorato insieme a foglie d’oro e spesso a bolle d’aria, che avrebbe catturato in uno spesso strato di vetro trasparente. Questa tecnica fu rapidamente ripresa da molte delle altre fabbriche di vetro muranesi.
a canne
Su una piastra metallica ricoperta di argilla refrattaria (anticamente fango delle “barena” i dossi fangosi che emergono durante la bassa marea in laguna) detta “piera” si crea il disegno accostando le bacchette di vetro tagliate a misura.
La “piera” viene riscaldata in modo tale che le bacchette, rammollendosi, si fondono tra loro.
Con una canna da soffio si raccoglie un po’ di vetro dal crogiolo e si crea “l’imbocaura” una specie di disco col quale si raccolgono le bacchette di vetro fuse tra loro creando così un cilindro.
Questo cilindro viene ripetutamente scaldato e passato su una superficie metallica detta “bronzino” per compattare e unire le bacchette di vetro colorate. Questo cilindro, una volta chiuso, permetterà la soffiatura dell’oggetto che si vuole creare.
Nella composizione ci sono vari tipi di canne vitree di colori diversi trasparenti e opachi.
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Una risposta
meraviglioso!!!